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Caratteri

Altezza tipografica

Una delle caratteristiche essenziali perché una forma di caratteri lasci una giusta impronta sulla carta è che i caratteri nella composizione abbiano tutti la stessa altezza. È un dettaglio non di poco conto, in quanto la qualità di una buona stampa deriva proprio dall’esattezza di tutti gli elementi che concorrono alla sua realizzazione: certo, serve la carta del giusto spessore, un inchiostro denso e una buona mano del torcoliere. Eppure, è proprio l’impressione dei caratteri, allineati uno dopo l’altro a formare le righe e le pagine, a determinare la leggibilità finale dei testi. Si capisce quindi che, dopo la fusione, tutti i caratteri dovevano essere alti eguali: la misura dalla base (piede) del blocchetto di piombo all’occhio si definisce altezza tipografica. Nelle prime stamperie, l’altezza era quasi un “segreto” professionale a tutela dell’officina del tipografo e per garantire la competenza della quale era in possesso. Quando si affermano le fonderie per la produzione dei caratteri, allora si rende necessaria anche una “normalizzazione” delle altezze tipografiche, che variano da Paese a Paese. In Italia, se ne affermano due: quella francese (63 punti, mm 23,566) diffusa soprattutto al Settentrione, e quella italiana (66 punti, pari a mm 24, 809) più comune nelle regioni del Centro Italia e del Meridione.