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Caratteri

Glossario minimo di tipografia

Conosciamo insieme alcuni termini che sono di uso comune nel mondo della tipografia. Sono un’eredità linguistica della tipografia tradizionale. Il termine font (“carattere, tipo”) deriva dal francese fondre, “fondere”, a sua volta esito del latino fundere. Identifica l’atto di colare la lega tipografica (piombo, stagno, antimonio) all’interno di una matrice per la produzione in serie dei caratteri. Per stampare testi di dimensioni diverse era necessario fondere caratteri più o meno grandi. La parola corpo si riferisce alla grandezza di un tipo. I primi tipografi davano ai caratteri solo nomi generici (romano, corsivo, nero); più tardi, i vari corpi venivano definiti da curiosi nomi originati da celebri edizioni (ad es. Cicero, S. Agostino, Trismegisto). Nel 1760, il tipografo francese Didot introduce un sistema di misura basato sul punto tipografico (pt), equivalente a circa 0.353 mm e diventato presto uno standard in Europa. I font digitali si basano sul punto PostScript (0.352 mm), equivalente alla dodicesima parte del pollice americano. L’interlinea era in origine una sottile riga di metallo da inserire, appunto, tra una linea di caratteri e la successiva, all’interno della forma tipografica: poteva essere di diverse misure, espresse sia in punti che in righe. Ancora oggi, nel mondo digitale, l’uso della corretta interlinea determina la buona leggibilità di un testo.